Gli yōkai sono creature soprannaturali del folclore giapponese. Il termine è composto da yō (misterioso, occulto) e kai (strano). Non c’è una vera e propria traduzione nella nostra lingua, e sebbene il più delle volte questo termine venga associato a “demone”, in realtà l’essenza della parola yōkai ha un significato ampio e vago.
In questa categoria rientrano infatti non solo mostri e demoni, ma anche un certo genere di divinità, fantasmi, animali magici, umani con mutazioni, protagonisti di leggende metropolitane e altri fenomeni non ordinari. È da circa un migliaio di anni che i giapponesi compilano raccolte e classificazioni di yōkai, dando avvio a una tradizione che in nessun luogo al mondo è diffusa e coltivata con passione come in Giappone. Compaiono anche in film (come “La città incantata” del celebre Studio Ghibli) e serie tv, videogiochi (si pensi all’ostico ma indimenticabile Nioh), libri, ed ovviamente anime e manga.
Strettamente legato all’acqua, tanto da essere considerato una divinità acquatica. Al pari dei draghi occindentali, i Tatsu accumulano enormi tesori e alcuni di essi sono decisamente malvagi, torturando gli umani per puro disprezzo; altri, invece, sono buoni e gentili e offrono il loro potere e saggezza a chi lo richieda.
Nobile e feroce animale che assomiglia sia ad un cane, sia ad un leone; proprio per questo motivo viene spesso indicato come “cane leone”. I Koma sono dei guardiani collocati ai lati di ingressi di luoghi sacri, sempre in coppia di maschio e femmina, con il compito di impedire l’accesso al male.
Una delle icone più note della “mitologia” giapponese. È grosso e spaventoso, di solito rappresentati con pelle color rosso o azzurro, chioma arruffata, due o più corni o zanne; possiedono una forza sovrumana e poteri magici, inoltre sono portatori di calamità e propagano malattie.
Si manifesta nei panni di un monaco eremita, caratterizzato dal volto paonazzo e un naso fallico incredibilmente lungo (più lungo è il naso, più potente è il Tengu). Vive in solitudine sulla cima di remote montagne, trascorrendo il tempo in meditazione; non ha un gran rispetto per gli uomini, tant’è che li violenta e tortura per puro divertimento, anche se si conoscono casi in cui ha prestato aiuto a umani meritevoli.
Piccolo folletto dispettoso con un unico occhio e una lunga lingua rossa che si aggira per strade buie, portando con sé una lanterna. Indossa tonaca e tonsura come un monaco buddhista in miniatura.
Molti yōkai appaiono come attraenti e fatali donne che hanno come obiettivo quello di cacciare esseri umani, come la Yuki onna (donna delle nevi), che prende di mira i viandanti che si perdono nelle violente tempeste di neve, o le Iso onna (donna delle coste), pericolosi vampiri che catturano pescatori e viandanti per nutrirsene.
Altrettanti sono animali, come la Kitsune (volpe dagli incredibili poteri magici), che al culmine della sua sapienza magica ottiene nove code, oppure il Bakeneko (gatto mostruoso), un gatto in età molto avanzata che acquisisce poteri magici e comincia a camminare su due zampe, aumentando le sue dimensioni fino a raggiungere la mole di un uomo adulto.
che all’ora di partire /
il sake del bonzo /
ho trincato fino a svenire /
e son partito sbronzo.”